L’Opera Ballet Vlaanderen è ripartita
Finalmente, dopo dieci mesi, Orchestra e Coro dell’Opera delle Fiandre sono tornati a fare musica insieme dal vivo in una serata di buon auspicio all’insegna della cacciata delle tenebre. Brani quindi sopratutto dal Fidelio di Beethoven, che appunto tratta di una liberazione, ma anche i due brani dal Macbeth di Verdi che raccontano della ricerca di redenzione, e l’aria di Sarastro nel secondo atto del Flauto Magico di Mozart che afferma la felicità di rivedersi.
Il concerto si è tenuto senza pubblico, come obbligano le attuali regole sanitarie belghe, nel Teatro di Gand, e non nella sede principale di Anversa, con i musicisti che per il doveroso distanziamento hanno occupato tutto il palcoscenico ed il coro è stato sparso dalla platea al loggione, tutti con la mascherina nera tranne i solisti nei momenti in cui hanno cantato. Una disposizione che ha costretto il direttore Alejo Pérez a contorcersi più volte tra i musicisti davanti e i coristi alle sue sue spalle. Coristi che hanno avuto bisogno di tempo e prove per adattarsi all’inusuale disposizione e ritrovare compattezza, come ha raccontato lo stesso Pérez nell’intervista registrata che è stata mandata in onda a circa metà spettacolo, insieme a quelle di alcuni cantanti solisti. Non intervistata purtroppo il soprano argentino Carla Filipcic Holm che in quest’occasione ha fatto il suo debutto con l’Opera Ballet Vlaanderen ed è stata la bella sorpresa della serata, ne avremmo quindi voluto sapere di più, come è stato per il mezzo-soprano statunitense Raehann Bryce-Davies che nel 2019 ha conquistato tutti interpretando Eboli nel Don Carlos dell’Opera Ballet Vlaanderen ad Anversa.
Dopo l’ouverture del Fidelio, che ha subito messo in chiaro l’alto livello dell’orchestra, non a caso l'Opera Ballet Vlaanderen Symphony Orchestra e l'Opera Ballet Vlaanderen Chorus sono stati nominati entrambi per un International Opera Award 2020, è stata proprio il mezzosoprano Bryce-Davies a cantare la prima aria, “La luce langue” di Lady Macbeth: scelta discutibile, voce bella ma non adatta al ruolo, non abbastanza drammatica, manca il risvolto scuro e dizione italiana poco comprensibile; molto meglio quando interpreterà la più lirica Marguerite nella romanza “D’amour l’ardente flamme” da La Damnation de Faust di Berlioz. Ma, come abbiamo detto, a primeggiare sabato sera è stata senza dubbio la Carla Filipcic Holm che, malgrado stia cantando molto Wagner e in questo concerto è stata un’imperiosa Sieglinde, è nelle arie più dolci che riesce a sfoderare già magnifici pianissimi con fiati lunghi e ben controllati: è stata un’appassionante Leonora ed una sensibilissima interprete del Lieder di Mahler “Ich bin der Welt abhanden gekommen. A completare il terzetto di interpreti femminili, ha contribuito al Finale del Fidelio che ha chiuso la serata la giovane promessa italiana Elisa Soster, che questa stagione fa parte dell’ensemble giovane dell’Opera Ballet Vlaanderen di cui ha fatto parte anche Raehann Bryce-Davies prima di essere scoperta come magnifica Eboli.
Quanto ai più numerosi interpreti maschili, ottimo il tenore svedese Michael Weinius, bel timbro, un Lohengrin che ha cantato “In fernem Land” in modo assai convincente, con autorevole forza tranquilla, e prima aveva ben duettato con la Filipcic Holm come Siegmund nelle Walchirie. Si è fatto notare anche il basso croato Goran Jurić, voce però più adatta a cantare Sarastro che Banco, anche in quest’ultimo caso dizione italiana da migliorare. Notare che in questi giorni, se non ci fosse la pandemia, l'Opera Ballet Vlaanderen avrebbe messo in scena una produzione di Tristano e Isotta, produzione rimandata ma è stato mantenuto l’impegno con i cantanti protagonisti e quindi il palco di questo concerto è stato condiviso tra nomi di fama ormai internazionale e giovani talenti, tra cui diversi belgi, citiamo solo il tenore Denzil Delaere e il baritono Ivan Thirion.
Ottima la prova del coro, diretto da Jan Schweiger, che ha regalato una toccante “Patria oppressa!” da Macbeth e un delicato“Cantique de Jean Racine” di Fauré. Il programma vario ha permesso all’Orchestra di mostrare le sue capacità in generi diversi, ottimi in particolare i fiati, e la direzione di Alejo Pérez si è dimostrata ben attenta e ispirata in tutti gli stili musicali a conferma del grande talento del direttore argentino. Infine una notazione positiva anche per le riprese curate, varie e vivaci da tante angolazioni, e per gli applausi consentiti a coro e professori d’orchestra che hanno riscaldato l’ambiente in mancanza di pubblico.
Streaming disponibile sino al 6 febbraio 2021.